Domani alle 11,30 la Commissione Cultura della Camera discute in sede referente l'Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla situazione della Società italiana degli autori ed editori. Il documento di lavoro e' il XXII, n.32 e il relatore e' l'On. Paola Goisis della Lega Nord Padania. La storia parlamentare dell'On. Goisis e' molto ricca e lineare e si ha ragione di ritenere che non sia agevole condizionarne l'opera. Tale riflessione non e' peregrina poiche' tutti ricorderanno le esplicite ammissioni di tentativi di condizionamento che sono stati fatti -come affermato con schiettezza dall'On. Carra- anche attraverso  "minacce"  e "lusinghe". Queste ultime, forse, ancora piu' gravi delle minacce: nella commissione d'inchiesta si potra' indagare anche su chi ha promesso e che cosa, in cambio di un insabbiamento.  In Commissione a luglio e' stato, infatti, con franchezza detto che "il luogo deputato alternativo alla Commissione d'inchiesta possa essere la Procura della Repubblica": "se non faremo la Commissione d'Inchiesta qualcuno di noi si dovra' recare a Piazzale Clodio" (estratto testuale della registrazione video). L'Osservatorio prendera' nota del dibattito ed informera' compiutamente i lettori della news e del sito nella speranza che una volta tanto sia il Parlamento a fare chiarezza prima della Magistratura senza bisogno che qualcuno si rechi -come detto dall'On. Carra- a Piazzale Clodio.  In questi giorni stanno pervenendo moltissime mail che hanno come comune denominatore la scarsa fiducia nell'operato dei parlamentari. Giungono mail  dal tenore "ci penseranno i grillini a far i conti su chi ci ha guadagnato nell'operazione degli immobili della Siae finiti in un fondo". L'Osservatorio non ha mai smesso di chiedere una paginetta excel su tale operazione, ma riconosce che anche i parlamentari hanno piu' volte richiesto i numeri dei vantaggi di tale operazione, atteso che da moltissime parti non se ne comprende ancora la ragione. In verita', spetterebbe ai Ministeri vigilanti -prima di tutti gli altri- fare luce sulla vicenda, ma fino ad oggi sulle modalita' della vigilanza del Governo tutti possono farsi una idea, quando a distanza di due anni ancora il comune iscritto alla Siae non sa se e' stato approvato il Bilancio del 2010  e, soprattutto, quali sono i problemi connessi. Perche' tutto deve essere fatto in modo quasi segreto e non si spiega in modo ampio e chiaro quali sono i problemi utilizzando internet? Si potrebbe tranquillamente pubblicare tutta la corrispondenza sul Bilancio 2010 tra i Ministeri e la Siae, ivi compresi eventuali verbali di riunioni tenutesi sull'argomento. Ci si rende conto che tali auspici possono sembrare non "conformi" al modus operandi di questa seconda Repubblica. Ma l'operato della Commissione Cultura in merito alla Siae nel suo complesso  fa ben sperare ed, anzi, appare come una sorta di testimonianza che ci sono numerosi parlamentari operosi che fanno il loro lavoro con dedizione fuori dagli schemi di schieramento e al servizio del bene comune. Durante i lavori della commissione d'indagine sulla Siae l'Osservatorio ha riferito di molti di questi parlamentari, del lavoro svolto, delle posizioni assunte. Prima di fare di tutta l'erba un fascio occorre distinguere e la vicenda della Siae e' un'ottima cartina al tornasole su cui il parlamento puo' certamente misurasi.
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