L'Aidac ci chiede di pubblicare la sua precisazione in merito all'articolo apparso su l'Unità e volentieri pubblichiamo. Contiene utilissime riflessioni sulla questione dello Statuto.
Da: AIDAC Data: Tue, 08 May 2012 10:25:31 +0200 Oggetto: All'att.ne di LUCA DEL FRA - articolo del 29 aprile sulla Siae gentile Del Fra, leggo su L¹unità del 29 aprile il suo articolo sulla Siae società di cui faccio parte da 1995 in qualità di autore (sez. cinema e olaf) - ed essendo stato componente dell¹assemblea, fino al commissariamento decretato nel 2011, mi corre l¹obbligo di segnalarle alcuni gravi errori contenuti nel suo articolo, sicuramente causati da informazioni sbagliate o imprecise che le sono state fornite. Lei infatti afferma che il commissariamento è avvenuto in quanto gli editori non presentandosi in assemblea, facendo così mancare il numero legale, non hanno permesso l¹approvazione dello statuto. Del tutto falso. Il commissariamento è stato decretato per la mancata approvazione del bilancio, la questione dello statuto non era neanche all¹ordine del giorno. Inoltre, il comitato regolarmente nominato che doveva provvedere a proporre le modifiche statutarie aveva terminato i suoi lavori, lavori che non erano assolutamente approdati alla versione da lei esposta nell¹articolo, e cioè la proposta di due terzi autori e un terzo editori, bensì era stato licenziato un documento che conteneva due proposte parallele, una per ogni corrente di cui era composto il comitato, ed entrambe prevedevano la presenza paritaria di autori ed editori (32 e 32). Per la cronaca la proposta ³un terzo/due terzi² era stata ventilata all¹inizio dei lavori, ma era stata poi abbandonata.
In definitiva lo statuto proposto ricalcava il precedente da tutti
riconosciuto come un ottimo punto di equilibrio in una struttura complessa
come la Siae andando a correggere pochi punti del regolamento elettorale
laddove si lasciava troppa rappresentanza agli autori a incasso zero o
prossimo allo zero, ben oltre 30.000 associati, che avrebbero dovuto
accontentarsi di cinque posti in assemblea anziché sei.
Il nuovo statuto annunciato dal commissario e consegnato in punto mortis al
Mibac che lei contrariamente a noi e ai parlamentari della commissione
cultura - ha avuto la fortuna di vedere sembra già parta col piede sbagliato
dimezzando le rappresentanze degli autori e degli editori; questo infatti
significa che il cinema, il teatro, la televisione, la lirica, la
letteratura e le arti figurative dovranno accontentarsi di un posto a testa
nella futura assemblea, azzerando così ogni voce delle minoranze e della
tante diversità necessarie alla creazione del patrimonio culturale del
paese. E inoltre, abolendo il fondo di solidarietà (come anticipato con la
delibera commissariale del 15 novembre 2011) che creava un vincolo economico
e morale fondamentale tra autori ed editori, per trasformarlo in un fondo di
carità pelosa e di provvidenze da distribuire con criteri discutibili e
discrezionali e lasciando, oltre a centinaia di associati anziani senza
risorse, tutti gli associati senza la copertura assicurativa per i ricoveri
sanitari. Un gesto miope e protervo che auspichiamo tra il Tar e l¹azione
del Parlamento verrà presto cancellato.
Nella certezza che vorrà riportare la corretta informazione ai lettori di un
giornale che stimo e apprezzo, mi metto a sua disposizione per eventuali
ulteriori informazioni e le invio un cordiale saluto.
Mario Paolinelli
(vicepresidente Aidac)
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